
Siamo nel pieno dell’emergenza da Covid19. Quanto mi sento piccola e impotente davanti a questo nemico che non possiamo nemmeno guardare in faccia. E’ subdolo, come la paura. E’ così piccolo, invisibile, ma sta facendo una strage. Stiamo vivendo uno scenario che se me lo avessero raccontato qualche mese fa non ci avrei creduto. Siamo come in un film, di quelli che ti fanno salire l’ansia, e non vedi l’ora che finisca. Di certo tutti passeremmo volentieri al finale, senza guardare la trama, senza pop corn e Coca-cola. Perché in ballo ci sono le nostre vite, quelle dei nostri figli, dei nostri cari, dei nostri nonni.
Non entro nel merito di numeri, che aumentano giorno dopo giorno. Non voglio nemmeno soffermarmi sulle decisioni del Governo, né mettermi al puntare il dito contro chi non rispetta le regole (che comunque reputo dei coglioni, sia chiaro).
Sto pensando a quanto questa cosa ci stia cambiando. Perché, ne sono certa, nessuno di noi sarà più lo stesso di prima, quando tutto questo sarà finito.
Quando il mondo si ferma, hai il tempo di riflettere.
Pensi a quanto importante sia il calore di un abbraccio, di un bacio, di un semplice saluto. Alla voglia di riunirsi per festeggiare qualcosa, al bisogno di guardarsi negli occhi. Quando il mondo si ferma hai la possibilità di scegliere come impiegare il tuo tempo: se davanti al telegiornale tutto il giorno, se a lamentarsi di qualsiasi cosa, se vivere nel terrore di essere contagiato. Oppure puoi scegliere di fare semplicemente le cose con calma: preparare quel piatto che non avevi il tempo di fare prima, o per il quale ti reputavi incapace, puoi provare ad aggiustare quella cosa rotta, o riprendere in mano il lavoro di cucito che avevi lasciato incompleto. Puoi guardare un film, un’intera serie tv, o leggere un libro, o due, o dieci. Se hai figli inventati ogni giorno un’attività da fare insieme, scopri un nuovo cartone Disney, disegna, colora, fai la caccia al tesoro.
Chi continua a lavorare lo fa per necessità, chi non lavora lo fa perché gli è stato imposto. Ma chi non sta lavorando non credo voglia fare scambio con chi ogni giorno esce di casa correndo il rischio del contagio. Penso che sia il contrario. Chi lavora vorrebbe avercelo eccome il tempo per fare tante cose. Pensate agli “eroi in corsia“, i nostri soldati. Avete ancora il coraggio di lamentarvi? Vi viene chiesto semplicemente di stare al sicuro a casa vostra.
Andrà tutto bene
Ognuno di noi HA IL DIRITTO di decidere se credere nel motto #andràtuttobene oppure no. Ma non criticate chi lo fa. Sento persone lamentarsi di “chepalleconquestoandràtuttobene”, dire che non andrà bene niente, ci saranno tante altre vittime. Questo si sa, purtroppo. Ma non siate giudici, siete solo un puntino con la propria testa pensante, esattamente uguale a quella degli altri. E’ giusto informarsi, ma in questo momento difficile serve anche la speranza, anzi, la certezza, che ANDRA’ TUTTO BENE. Ho bisogno di dirlo e di sentirmelo dire.
Quando il mondo si ferma, le nostre vite vanno avanti: cerchiamo di viverle nel miglior modo che ci è possibile.

One reply to “Quando il mondo si ferma”
Condivido appieno il tuo pensiero.
Inizialmente questa forma di virus è stata sottovaluta da molte persone e spesso venivo presa in giro per i miei modi di fare e per le precauzioni che utilizzavo e che ad oggi sto ancora usando.
Io mi sento cambiata caratterialmente , sento di essere ancora più forte, più positiva e nonostante alcune volte abbia i miei momenti di sconforto e di stanchezza so che in un modo o nell’altro tutto si risolverà e che andrà tutto bene perché niente è impossibile se solo lo vogliamo.